«in futuro, forse poche email di valore sopravviveranno, e solo se ne avremo cura, ma tutte le parole ed i pensieri riversati nei social saranno persi per sempre. Usciranno dall’Infosfera della Cultura e finiranno in quella parte della Matrice più oscura, dove solo l’industria e la finanza potranno usarle, per poi gettarle via senza farsi domande non appena diventeranno voce passiva di un bilancio trimestrale»
@informapirata @calamarim Mah… a mio avviso l’anomalia è proprio il rendere pubbliche cose scritte nella riservatezza della comunicazione uno-a-uno. Se scrivo qualcosa in privato è implicito che mi aspetti che resti privato; Ed il suo renderlo pubblico -anche postumo- è un tradimento della fiducia su cui si regge la comunicazione privata.
@mhl non è proprio così… se avessimo divuto seguire questo principio, oggi non possederemmo più le lettere di Cicerone ad Attico, l’Eneide di Virgilio e i romanzi maggiori di Kafka… 🙁
@calamarim
@mhl @informapirata
Si, è vero, ma c’è un punto in cui (alcuni) documenti privati acquisiscono il valore di documenti storici. Se i documenti privati scompaiono prima, ci perdiamo tutti. Un diritto all’oblio che funzioni al contrario, insomma.