L’intelligenza artificiale generativa è una tecnologia rivoluzionaria che si prevede cambierà la società come la conosciamo ma, parallelamente, solleva molti problemi di violazione del copyright. Questa settimana, gli autori di libri Paul Tremblay e Mona Awad hanno intentato una causa contro OpenAI, accusando l’azienda di aver utilizzato libri piratati per addestrare i suoi modelli ChatGPT.
I modelli di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT hanno catturato l’immaginazione di milioni di persone, offrendo uno scorcio di quello che potrebbe essere il futuro assistito dall’intelligenza artificiale. La nuova tecnologia solleva anche nuove questioni di copyright. Diversi titolari di diritti sono preoccupati che il loro lavoro venga utilizzato per addestrare l’IA senza alcuna forma di compensazione, ad esempio. Come verranno affrontate queste e altre questioni relative al copyright non è del tutto chiaro. I governi di tutto il mondo stanno adottando approcci diversi, con il Congresso degli Stati Uniti che ha recentemente dichiarato di non avere intenzione di reagire in modo eccessivo. Nel frattempo, i titolari dei diritti non intendono restare inerti.
L’argomento è stupidissimo: chat gpt può aver imparato a riassumere un’opera solo avendola letta. Mi pare evidente che i riassunti saranno ben più informati dai riassunti letti in giro…