Può sembrare una brutta provocazione anti-democratica, ma è solo un dubbio sincero. Spero lo prendiate in quanto tale.

Ho cercato se se ne fosse già parlato qui, ma non ho trovato niente, in caso contrario mi scuso.

Ho avuto un pensiero improvviso: mettiamo che una certa questione venga approvata o affossata da un referendum; nel giro di, mettiamo, una ventina d’anni la popolazione votante può cambiare e anche di molto, a seconda della mortalità di chi era in là con l’età e dei bambini e ragazzi che sono diventati maggiorenni nel frattempo.

Per non parlare dei cambiamenti di mentalità, delle scoperte scientifiche nel caso la questione referendaria fosse stata di quell’ambito, ecc.

Alla luce di questo, come considerare la valenza di un risultato referendario con progressivo passare degli anni?

Davvero, prendetelo come un dubbio sincero, io non mi ritengo il più brillante degli esseri umani, quindi è probabile che sia la domanda a essere posta male.

Grazie a chi risponderà!

  • @realista87
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    22 years ago

    hai pienamente ragione ma d’altronde non esiste neanche il giusto e lo sbagliato il bene ed il male, in senso assoluto. è tutto RELATIVO agli occhi di chi pensa.

    il referendum sul nucleare è stato una barzelletta, far scegliere a della gente ignorante in materia se dovevamo mettere o no il nucleare. oggi con la guerra ne paghiamo le conseguenze, siamo nella merda fino al collo dal punto di vista energetico, e cio si ripercuotera su tutto e tutti.

    un referendum per forza di cose è una immagine di quel momento della testa di un popolo. e per inciso ripeto del POPOLO in quanto ignorante e stupido in grossa %. la massa è quella eh. ignoranza allo stato piu puro possibile.

    gia per questo, riterrei NULLO qualsiasi referendum dove l intera popolazione possa votare. si lo so dovrebbero aver tutti parita di parola, ma è proprio cio che porta al collasso le societa. che persino gente che non capisce una H puo avere la stessa valenza di voto tuo, che magari invece ragioni bene. Ma d’altronde chi puo decidere chi ragiona bene e male? non è una forma discriminativa?