**[Ma finalmente ho una buona notizia da condividere. Ho un caso di studio positivo e possiamo imparare da esso.

Ecco la sorpresa: questa azienda è stata un fallimento con i media digitali e ha avuto successo abbracciando la tecnologia più antiquata di tutte: il libro stampato.

Questo è un bel risultato. Quindi diamo un’occhiata all’inversione di tendenza di Barnes & Noble.](https://tedgioia.substack.com/p/what-can-we-learn-from-barnes-and)**

  • macfranc@poliversity.it
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    2 years ago

    @ferrante questo è proprio vero ma c’è anche un altro aspetto da non sottovalutare quando si vedono librerie che vendono giocattoli, film e altri ammenicoli: è il fatto che sembrano non credere nel proprio Core business. C’è un famoso marchettaro su LinkedIn che consiste sempre su una regola del marketing che viene sempre disattesa: l’estensione di linea è il male assoluto, perché se non sei capace di vendere quello che devi sicuramente non sarai capace di vendere ciò che non devi
    @lasiepedimore

    • Baylee@feddit.it
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      2 years ago

      Ma poi vorrei sapere chi entra in libreria per comprare un giocattolo. Per i giocattoli ci sono i negozi di giocattoli, che hanno anche più assortimento e possono anche darti dei consigli specifici. Se in libreria vuoi vendere altro, puoi allargarti alla cancelleria (taccuini, segnalibri, matite…) perché può fare da accompagnamento alla lettura, ma oltre mi sembra folle andare.

      • Troppacaffeina@mastodon.uno
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        2 years ago

        @lasiepedimore @macfranc Mi sono sempre rifiutato di vendere magliette, tazze, angioletti e gadget vari. Tutte le volte che abbiamo ceduto alla tentazione è andata male. Ora, nella mia libreria, i non-libri sono pochi e/o peculiari.
        Questo perché chi entra in libreria sta cercando un libro.
        Lo dico con sincerità, anche se rappresentano la concorrenza: le librerie di catena si sono rovinate (anche economicamente) da quando hanno deciso di farsi mangiare gli scaffali da ciò che libro non è.