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Il centro ha addestrato per decenni sommozzatori altamente qualificati che, una volta assegnati alle unità militari americane in tutto il mondo, sono in grado di effettuare immersioni tecniche per fare il bene - utilizzando esplosivi C4 per liberare porti e spiagge da detriti e ordigni inesplosi - e il male, come far saltare in aria piattaforme petrolifere straniere, sporcare le valvole di aspirazione delle centrali elettriche sottomarine, distruggere le chiuse di canali di navigazione cruciali. Il centro di Panama City, che vanta la seconda piscina coperta più grande d’America, era il luogo perfetto per reclutare i migliori, e più taciturni, diplomati della scuola di immersione che l’estate scorsa hanno fatto con successo ciò che erano stati autorizzati a fare a 260 piedi sotto la superficie del Mar Baltico.
La marina norvegese è stata rapida nel trovare il punto giusto, nelle acque poco profonde del Mar Baltico, a poche miglia dall’isola danese di Bornholm. Le condutture correvano a più di un miglio di distanza l’una dall’altra, su un fondale profondo solo 260 piedi. Si trattava di un’area ben raggiungibile dai sommozzatori che, operando da un cacciamine norvegese della classe Alta, si sarebbero immersi con una miscela di ossigeno, azoto ed elio che usciva dalle loro bombole e avrebbero piazzato cariche di C4 sagomate sulle quattro condutture con coperture protettive in cemento. Sarebbe stato un lavoro noioso, lungo e pericoloso, ma le acque al largo di Bornholm avevano un altro vantaggio: non c’erano grandi correnti di marea, che avrebbero reso il compito di immergersi molto più difficile.
I norvegesi avevano anche una soluzione alla questione cruciale di quando l’operazione avrebbe dovuto avere luogo. Ogni giugno, negli ultimi 21 anni, la Sesta Flotta americana, la cui nave ammiraglia è di base a Gaeta, in Italia, a sud di Roma, ha sponsorizzato una grande esercitazione della NATO nel Mar Baltico che coinvolge decine di navi alleate in tutta la regione. L’attuale esercitazione, che si terrà a giugno, sarà nota come Baltic Operations 22, o BALTOPS 22. I norvegesi hanno proposto che questa fosse la copertura ideale per piazzare le mine.
@poliverso
Personalmente sono convinto della correttezza della ricostruzione?
Ovviamente no ma è una testimonianza che è importante che sia sul tavolo assieme alle altre nel continuo sforzo di ricerca della verità.
Pensa invece che a me quella ricostruzione convince. Ma è una ipotesi non corroborata da nessun fatto. E il giornalista non l’ha mai detto che è solo una ricostruzione ipotetica
@poliverso mi sono espresso male: anche a me pare una ricostruzione plausibile, intendevo che ovviamente non posso averne certezza.
Il giornalista nell’articolo fornisce un numero elevato di dettagli che non possono essere frutto di una semplice ipotesi quanti piuttosto di rivelazioni da fonti dirette o quasi
Questo però non è sufficiente. In tempi di informazione di guerra, le fabbriche della disinformazione non fanno altro che produrre “ricostruzioni attendibili”. Anche i giornalisti più blasonati possono essere vittime dei cosiddetti bocconi avvelenati predisposti da nemici o alleati.
Il pezzo di Hersh purtroppo ha un odore drammaticamente invitante…
@poliverso
…possono essere vittime dei cosiddetti bocconi avvelenati predisposti da nemici o alleati.
Ne sono convinto anch’io, ecco perché affermavo che non si possa essere certi della completezza della ricostruzione che pure nell’insieme sta in piedi.
Conoscendo Hersh sono certo della verifica delle fonti (non è il tipo di giornalismo di wikileaks in cui la notizia è il documento stesso) e che la ricostruzione sia estremamente più attendibile della totalità di quelle sullo scenario attuale 🖖