Dopo quattro anni di attacchi costanti e azioni legali contro i media sotto la presidenza Trump, l’amministrazione Biden si è spesso distinta per essere intervenuta in maniera efficace e puntuale per ricordare l’importanza del rispetto di una stampa libera.
Lo scorso 26 ottobre il procuratore generale statunitense, Merrick Garland, ha persino previsto maggiori tutele legali per i giornalisti dando seguito a quanto dichiarato a luglio 2021 quando aveva detto come una stampa libera e indipendente fosse vitale per il funzionamento della democrazia.
Ma la più grande conferma dell’impegno di Joe Biden per la tutela della libertà di stampa resta imprigionata in una cella di una prigione a Londra e ha un nome e un cognome: Julian Assange.
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