Come Wikimedia Italia abbiamo già chiesto al governo italiano di non aggiungere restrizioni alle immagini rilasciate con licenza libera di beni in pubblico dominio sui progetti Wikimedia.
Continueremo a chiederlo, per spingere il nostro Paese ad adeguarsi agli standard internazionali di apertura e di partecipazione dei cittadini alla conservazione del proprio patrimonio culturale.
Limitare il libero utilizzo delle riproduzioni digitali del patrimonio culturale presenti su Wikipedia e sui progetti Wikimedia ai soli fini non commerciali tradisce lo spirito collaborativo con cui nascono i progetti stessi.
È inoltre una strategia fallimentare, come ormai dimostrato sia in Italia che all’estero: l’introduzione di un canone produce infatti costi gestionali aggiuntivi e non porta alcun beneficio alla maggioranza delle istituzioni culturali, ai cittadini e al Paese.
Per questo, chiediamo al Ministro della Cultura Dario Franceschini, al governo e ai parlamentari italiani di intervenire per risolvere le contraddizioni presenti nel PND. Vogliamo che le istituzioni culturali possano continuare a collaborare con Wikipedia e i progetti Wikimedia, che producono solo contenuti aperti a tutti, per ogni uso.
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Io non riesco a vedere nessun vantaggio in una normativa di questo tipo, rigida o flessibile che sia punto L’unica cosa che vedo è la solita miopia di un governo che continua a osservare i fenomeni odierni con lo sguardo del burocrate Sabaudo di fine 800
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Nei paesi seri, le leggi si fanno in base a un’analisi realistica dell’impatto che dovrebbero avere e non in base alle sensazioni e al fiuto.
Ora mi potresti spiegare:
- a cosa potrebbe servire una normativa rigida e proibizionista come questa?
- è in generale, perché una legge in questo settore dovrebbe essere rigida?
- una tale legge, fuori dall’Italia, resisterebbe a un tribunale internazionale, oppure rimarrebbe più facilmente solo un handicap per gli italiani?
- quanto sarebbe possibile ricavare da un regime di questo tipo?
- c’è qualche possibilità che la costosa macchina amministrativa italiana non trasformi quel ricavo in nuova spesa pubblica?
Ecco, per intenderci, quando si giudicano delle leggi, bisognerebbe prima porsi domande di questo libro
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Tranquilli anche no, grazie… considerando che al momento i beni culturali italiani continuano a essere gestiti attraverso lavoro nero, finte cooperative, appalti sospetti e ora (ci mancava il suggello del PNRR!) anche pretese assurde di proprietà intellettuale che non serviranno che ad arricchire qualcuno dei soliti noti capitani coraggiosi o a far sembrare utile assumere nuovo personale inutile per le cosiddette “valorizzazioni”
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Non ho capito niente di quello che vuoi dire: la questione dei panni sporchi (quali?), la riconsegna (di cosa?), e la questione del Canova. Puoi spiegarti meglio?