Cosa ci guadagna Meta a “entrare nel Fediverso”? Nulla di economicamente rilevante, almeno nell’immediato. Il progetto è “soltanto” di natura strategica
Riportiamo per intero la nostra risposta a un thread comparso su feddit.it e in particolare all’osservazione di @Darjuz (È un’azienda è ovvio che cerca di inserirsi in un ambito che le sembra promettente per farsi i soldi…)
Non saprei. Il Fediverso non è facilmente monetizzabile e quella che sta facendo Meta non è un’operazione ad alto rendimento sebbene sia sicuramente un’operazione a bassissimo costo.
Quello che Facebook non può sopportare è il fatto che gli utenti socializzino al di fuori del suo giardino recintato, in cui le persone sono costrette a consumare nel baretto aziendale! Per il momento sono pochi utenti, ma la minaccia può essere devastante sul lungo termine.
Ora, in qualsiasi azienda, se esiste un rischio esistenziale, si cerca di di battersi fino in fondo per eliminarlo o mitigarne gli effetti. Come ultima soluzione ci si può assicurare contro quel rischio.
Siamo arrivati al nocciolo della questione: questa iniziativa di Meta, non è altro che un piccolo costo assicurativo.
Come funziona questa assicurazione? Mi sembra abbastanza chiaro: Meta si trova a muovere truppe in un terreno sconosciuto per portare, come direbbe un’altra simpatica realtà che abbiamo imparato a conoscere meglio in quest’ultimo anno e mezzo, un’operazione speciale per degratuitizzare il Fediverso.
Questa operazione presenta una grandissima possibilità di successo, considerando l’immensa sproporzione a favore di Meta. Inoltre, sempre per riprendere la metafora Ucraina, Zuckerberg confida nell’avidità di alcuni importanti amministratori di istanza: «questi amministratori hanno concentrato sulle proprie istanze la maggior parte degli utenti del Fediverso, quindi parlano la mia stessa lingua e quindi saranno alleati della mia impresa contro il temibile spettro della gratuità. Basterà far avere loro quattro spicci e un piatto di lenticchie»
Funzionerà questa strategia? Ci sono molti elementi che suggeriscono di sì. Esattamente come la Russia aveva sufficienti elementi per immaginare una conquista dell’Ucraina in tempi piuttosto rapidi, perché « Noi siamo una superpotenza e tutti i russofoni d’Ucraina ci saluteranno come liberatori e imbraceranno le armi contro il loro governo antirusso»
Naturalmente, Questa è l’unica cosa che insegni la storia, anche i piani ben studiati non per questo si concretizzano…
Ecco perché è importante dare seguito alla proposta di defederazione delle istanze di Zuckerberg: Il motivo è che non bisogna mai dare nulla per scontato!
PS: riportiamo anche le osservazioni completamente diverse di @uriel (no, molto probabilmente non lo troverete perché avrà bloccato voi o la vostra istanza… 🙃) che prevede la volontaria non federazione da parte di Meta.
Boh, io sono qui da poco e ammetto di essere ignorante di queste cose, ma io sarei per la defederazione immediata. Con le corporazioni è bene sempre non fidarsi.
— e non solo non fidarsi di loro, ma sopratutto sempre opporsi 😅
Mi piace come ragioni
Però certo è meglio anche approfondire la propria conoscenza haha
Mi ha convinto molto questa pagina linkata da questo comment
Edit: beh, il blog post di mastodon ragiona che ActivityPub non può essere paragonata con XMPP perché XMPP era ancora troppo di nicchia quando Google lo ha gettato via.
Comunque sarà interessante vedere come si svolgerà. Il vantaggio nostro è che possiamo provare entrambi metodi su diverse istanze. Al limite gli utenti di threads potranno accostumarsi all’idea di instances - anche se non è neanche detto che threads veramente si federa.
Ciao, sono qui da poco anche io, ma sinceramente non capisco perché questa situazione viene vista come un attacco o una guerra.
Meta è una azienda informatica che sta lanciando un nuovo prodotto. Per farlo ha scelto di utilizzare un linguaggio ed una piattaforma già esistenti, e qualunque siano i suoi motivi ha tutto il diritto di farlo.
Non può imporre scelte agli altri attori della piattaforma. Farà delle proposte, forse, come possono essere le richieste di federazione, ma poi ogni altro attore deciderà come reagire.
Chi scrive qui probabilmente non è un fan dell’impostazione di business di aziende come meta, e fa bene a segnalare tutte le nefandezze (vedi il meme sui permessi richiesti dalle app), ma allo stesso tempo tutti noi siamo clienti di quelle stesse aziende (usiamo WhatsApp, usiamo Google maps, ecc.).
Insomma, non penso che sia utile per nessuno fare la guerra alle cose nuove che nascono. Guardiamole, studiamole e magari spieghiamo i loro potenziali pericoli a chi non li coglie. Ma non rimaniamo nemmeno ciechi di fronte alle possibilità che offrono.
Sono abbastanza d’accordo con il tuo discorso tranne per questa parte:
ma allo stesso tempo tutti noi siamo clienti di quelle stesse aziende (usiamo WhatsApp, usiamo Google maps, ecc.).
Molti di quelli che sono qui non utilizzano e soprattutto non vorrebbero utilizzare WhatsApp e Google Maps ma spesso e volentieri ne sono obbligati. Per WhatsApp ne sono obbligati perché utilizza un protocollo proprietario e se tutta la tua famiglia usa WhatsApp ne sei obbligato anche tu. Google invece ha creato un ecosistema così dipendente da sé stesso che alcune applicazioni (non sue, degli altri!) non funzionano se non si ha installato Google Maps sul proprio smartphone.
Insomma seppur capisco il tuo discorso non darei così per scontato che tutti (soprattutto qui dentro) utilizzino senza problemi le applicazioni delle Big Tech. Sul mio smartphone per esempio c’è installato GrapheneOS e non c’è traccia di alcuna applicazione Google.
Detto questo, come dicevo sono abbastanza d’accordo con quanto dici. Un po’ perché non amo molto la narrativa bellicosa né quella del bene vs male o del noi contro loro. Sono tendenzialmente per il costruire anziché demolire. Tuttavia comprendo le paure di molti: dietro l’ascia di guerra si nasconde soprattutto paura. Paura che Meta, e non è difficile immaginarlo, imbracci la strategia dell’EEE arrivando qui come un bulldozer e spianando tutto. La paura è che i server che si federano con loro esplodano per via del numero gigantesco di utenti che si porta dietro e la paura che inizino, come hanno sempre fatto tutte le corporazioni, a fare forzature sui protocolli liberi per poi distinguersi e farne uno tutto loro lasciando tutti gli altri con le braghe calate.
Se posso ti consiglio questo articolo chiamato WhatsApp e l’addomesticamento degli utenti che ho personalmente tradotto in italiano e portato su Le Alternative per farlo conoscere a più persone possibili. La trovo una bella esperienza passata da non dimenticare.
Grazie, spunti molto interessanti e mi trovo d’accordo, hai specificato meglio di me il tema whatsapp / maps 👍🏻
Aggiungo anche io un link che ho trovato molto interessante, ed è la posizione ufficiale del curatore di Mastodon sulla questione.
Mah, il problema è che Meta lancia un prodotto con scopi chiari, ovvero monetizzare il più possibile con mezzi più o meno opachi. Il fediverso invece non è l’ennesima tecnologia del momento, è più un modo di dissociarsi da questa mentalità costruendo istanze più a misura di umano. Per questo va bene il “guardiamole, studiamole”, però credo sia il caso di evitarle come la peste, perché tanto già sappiamo quali sono queste “opportunità”. Inoltre il fatto che grandi aziende si interessino al protocollo ActivityPub, che è aperto, mi preoccupa un bel po’. Non è mai successo che un azienda che detiene un monopolio de facto abbia usato la sua potenza per influenzare uno standard vero? VERO? [meme di anakin e padme]
Beh è più o meno quello che G00gle sta facendo con la posta elettronica. Però non vedo altrettanta preoccupazione ne vedo gente che proponga di isolare/defederare Gm4ail…
Perché non puoi. In realtà lo fa Google al contrario: decide se sei SPAM o no. E tu sei fuori dal mondo.
@MadMonkey Esattamente è uno dei problemi. Ma ce ne sono altri: le difficoltà crescenti ad usare app non G00gle, l’imposizione di nuovi protocolli non standard (v. Oauth), la profilazione anche degli utenti non G00gle che inviano mail ad utenti Gm4il…
Un link di approfondimento, se può interessare: https://www.pmail.com/gmail.htm
Se hai però tutte le impostazioni buone e corrette (DMARC e compagnia) non esiste per ora questo problema in realtà. Uso un dominio personale su Proton da tempo e non è mai finito in spam da nessuna parte, nemmeno da Google.
Io ho avuto esperienza opposta, ma confesso in pochi casi (e per poco tempo)
@skariko @MadMonkey Ci sono molto provider italiani (grandi quindi sulla scala nazionale) che si vedono i messaggi regolarmente bloccati da Gm4il.
Lo stesso DMARC è una alterazione dello standard che magari sarà anche efficace contro lo spam, ma rende impossibile ad esempio il self-hosting.
Bhe in realtà molta gente (sopratutto power user, come al solito) si sta spostando. Io per primo ho un mare di amici ancora con libero e qualcuno migrato su mail tipo Proton
Eggià. Quando un servizio è in posizione dominante diventa difficile da estirpare. Per questo sarebbe il caso di agire prima che Meta diventi dominante sul fediverso. Comunque di questa cosa se ne parla da un bel po’, vedi [https://www.lealternative.net/2019/10/28/alternative-a-gmail/] e [https://www.lealternative.net/2021/12/15/degooglizzazione/]